A cosa penso quando vado a fare shopping
I miei pantaloni a sigaretta blu sono ormai frusti, la mia camicetta fucsia preferita non si chiude più...
Sono i miei capi base preferiti, è il momento di sostituirli. Troverò qualcosa di altrettanto valido? Lo spero, altrimenti mi tocca "cambiare divisa", ovvero trovare un altro outfit preferito.
Ah, ma martedì prossimo ho anche una cosa a casa di Teodoro e Maria Concetta. Cosa metto?
Ecco, questa è la situazione tipica in cui mi trovo ogni volta in cui penso che devo andare a fare acquisti.
Da former shopaholic, ormai da anni, ho imparato ad andare a fare acquisti solo quando ho necessità di sostituire dei capi base e per occasioni speciali. Per le scarpe la regola è 1 a 3 perché ne avevo accumulate davvero troppe, salvo sempre quelle che uso più spesso.
Di norma, prima di andare in missione, sfoglio per giorni le pagine internet o le app dei negozi in cui normalmente compro e cerco anche qualcosa su siti di fascia più alta per avere a disposizione, almeno visiva, capi e materiali maggiormente pregiati, magari trovo anche qualcosa di bello in promozione. Insomma, un po' la stessa cosa che faccio prima delle sedute di Personal shopping con voi...
Quando poi mi trovo nel negozio fisico provo tutto quello che ho "salvato tra i preferiti" e verifico la corrispondenza con la mia fisicità e la qualità a cui punto.
Ma la domanda principale che mi pongo sempre per essere davvero onesta prima di andare alla cassa è: "Io questa cosa la indosserei davvero per uscire con Teodoro e Maria Concetta?"
Teodoro, amico storico e storico dell'arte dall'eleganza innata e talvolta un po' antica, Maria Concetta la sua bellissima sposa, il cui fascino estetico è riconoscibile in una sala da ballo con 300 persone.
Quando penso alla versione migliore di me, sia nei modi sia nel gusto, penso a come mi sento e sto bene quando sono con loro e anche alla sorta di "timore reverenziale stilistico" che m'ispirano.
Anche se adesso va molto di moda il concetto di outfit preso in un solo negozio, a meno che non si tratti di una boutique multi-brand, l'idea di uscire vestita potenzialmente nello stesso modo di altre persone mi mette estremamente a disagio.
Ovviamente l'outfit monobrand ha i suoi vantaggi (tipo la coerenza stilistica tra i vari pezzi), tuttavia, il mio retaggio di viaggiatrice che ha potuto scovare capi nei negozi e nei mercati remoti prima dell'avvento della globalizzazione totale, m'impedisce di avere una visione monomarca della mia immagine.
I recenti mesi trascorsi a Venezia negli ultimi anni, hanno poi fatto riemergere questo istinto in maniera ponderante.
Il capo unico di sartoria del vintage, la borsa artigianale con ritagli di tessuti d'arredo broccati, di seta e velluto, le scarpe di pelle o camoscio, sono per me quasi imprescindibili oltre ai capi iconici.
Anche quando i miei armadi erano stracolmi di "straccioleria", come la chiamava mia madre, alla fine, per uscire con Teodoro e Maria Concetta, sceglievo sempre i capi di qualità più pregiata e mi sentivo veramente bene. Quindi perché non ricercare quel bellessere in ogni occasione della mia vita? Quando mi attendono lunghe giornate di lavoro non ho forse bisogno di scorgere la mia immagine al meglio passando davanti a una vetrata o uno specchio? Si, me lo merito proprio e anche chi mi sta intorno.
Ecco Ondine, io vi esorto a pensare a quale o quali sono le persone che vi fanno tirare fuori il meglio di voi e pensare a come vi vestireste in loro presenza ogni volta che state per acquistare qualcosa.
Questo esclude il concetto di copiare uno stile di qualcuno che ci piace ma, al contrario, di concentrasi sul proprio nella sua versione più splendente, ovviamente adattandolo ai diversi contesti in cui siete chiamate a presenziare.
Siamo animali sociali e, in quanto tali, le nostre interazioni e relazioni influiscono su di noi e sull'immagine con cui intimamente vogliamo presentarvi agli altri.
Per questo, come buon proposito per quest'estate, pensate a chi rappresenta per voi Teodoro e Maria Concetta e lasciatevi ispirare dalla migliore versione di bellessere che volete vivere.
Buona estate,
Carolina
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